Commento a "Qual rugiada o qual pianto" di Torquato Tasso


Tratto da


Uno dei capolavori di Torquato Tasso, il più significativo esponente della cultura italiana nella seconda metà del Cinquecento. (per la cultura del Rinascimento al femminile vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/le-poetesse-di-fine-cinquecento-e-del.html)



Il testo è tratto dalle "Rime", una raccolta di circa 200 liriche (sonetti, canzoni, madrigali) che Tasso compose durante tutto l'arco della sua vita; ne curò egli stesso la pubblicazione, raggruppandoli in tre sezioni: rime amorose, encomiastiche, religiose.

Qual rugiada o qual pianto,
quai lagrime eran quelle
che sparger vidi dal notturno manto (1)
e dal candido volto de le stelle?
E perché seminò la bianca luna
di cristalline stelle un puro nembo
a l'erba fresca in grembo?
Perché ne l'aria bruna
s'udian, quasi dolendo, intorno intorno
gir l'aure (2) insino al giorno?
Fur segni forse de la tua partita,
vita de la mia vita?

(1) Cielo, che appare come un manto notturno sopra la terra
(2) Passare

Analisi del testo

Il tema è quello, antichissimo, della partenza della donna amata. Esso viene esplicitato però solo nei due versi finali. Tutta la parte precedente è un "notturno" poetico, nel quale Tasso umanizza la natura rendendola partecipe della sua malinconia e della sua solitudine di amante.
Nell'oscurità della notte scintilla sull'erba la rugiada, nel silenzio si avverte appena il sussurro flebile del vento ma la sensibilità del poeta trasfigura le perle di rugiada in stille di pianto e il sussurro del vento in un gemito insistente. è come se la natura stessa, umanizzata, piangesse per la partenza della donna. La notte assume i contorni di una dolce e affettuosa creatura femminile, dal volto candido e dal manto scuro, che inonda di lacrime la terra.
In questo gioco ininterrotto di trasfigurazioni le gocce di rugiada, prima viste metaforicamente come lacrime delle stelle, si trasformano esse stesse in stelle luminose e trasparenti che impreziosiscono l'erba. Del resto i due elementi naturali ricorrenti nel componimento, ovvero l'acqua e l'aria hanno come caratteristica principale la mobilità che li fa apparire animati e quindi più facilmente umanizzabili: agli occhi del poeta, gli elementi umani e naturali si rivelano intercambiabili: le gocce di rugiada sono ora lacrime, ora stelle, il vento è un flebile sospiro, la notte ha parvenze femminili.

Sul piano lessicale si nota la prevalenza di parole adoperate in chiave metaforica. La parola chiave è "pianto", al cui campo semantico è possibile ricondurre una serie di termini che si riferiscono al tema delle lacrime e della malinconia: lacrime, spargere, candido volto, cristalline stelle, dolendo.



Per un commento all'Aminta, vedi: http://deisepolcriecimiteri.blogspot.it/2017/10/riassunto-e-commento-dellaminta-di.html
Poesia del Cinquecento: http://poesiamondiale.blogspot.it/2015/08/poesia-rinascimentale.html
Altri versi del Tasso: http://poesiamondiale.blogspot.it/2015/08/torquato-tasso.html